Da agricoltura di sussistenza a patrimonio identitario
Nel Cuneese la cultura alpina trova massima espressione in molte produzioni agricole e gastronomiche, fondendosi spesso con la matrice occitana che accomuna in modo trasversale tutte le “Terre del Monviso” con la conservazione della lingua, le usanze popolari, le ricette. Così è anche in Valle Varaita, dove un'agricoltura originariamente povera e faticosa ha sviluppato nel corso del tempo, per resilienza e grazie all'attaccamento al territorio, un patrimonio agroalimentare e gastronomico florido, custode della propria identità e pilastro dell'economia locale.
Oggi le produzioni peculiari della valle, in molti casi, sono strutturate su una dimensione aziendale ma sempre nel solco della tradizione e con una forte impronta artigianale.
Specialità gastronomiche del territorio
Tra le specialità spicca il Toumin dal Mel. Originario della media valle (Frassino e Melle), è un tomino di 200 g prodotto da latte vaccino intero e probabilmente inventato verso la fine del IX secolo da due contadine. A pasta morbida, può essere consumato fresco o stagionato e costituisce uno degli ingredienti fondamentali della ricetta regina della vallata, le ravioles: un tempo il piatto della festa, da non confondere con i ravioli o agnolotti (di carne o di magro). Le ravioles sono più simili agli gnocchi, poiché vengono preparati con patate locali, farina, uova e Toumin dal Mel. D'altra parte, il nome deriva dal gesto del far rotolare la pasta (raviolé) sul piano di lavoro, che consente di dar loro la classica forma affusolata.
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Produzioni e raccolti
Da non dimenticare le erbe officinali, destinate alla produzione di infusi e tisane, il miele delle aziende artigiane, i funghi che crescono spontanei nei boschi di castagni, querce e faggi della bassa e media valle, e le castagne, in particolare la varietà detta Bracalla, anticamente la base dell'alimentazione delle zone montane e contadine più povere. Non è un caso, infatti, che il castagno venisse chiamato “albero del pane”: la sua coltura è attestata nella valle fin dal XII secolo e Venasca è diventata, lungo i secoli, un centro tanto rilevante per il prezioso frutto, che ancora oggi nel mese di ottobre ogni giorno vi si tiene il mercato dedicato esclusivamente al commercio di questo prodotto.